In relazione all’articolo apparso il 22 agosto su diversi organi della stampa locale, nel quale si denunciavano presunti ritardi nella consegna del referto di un esame di laboratorio di una paziente trapiantata, la Asl Brindisi precisa che le informazioni non sono state riportate in maniera corretta e che nessuna delle rimostranze riportate ai giornalisti dall’associazione responsabile della diffusione della notizia trova riscontro nella realtà dei fatti ricostruiti all’interno dell’azienda sanitaria.
Per chiarezza, ripercorrendo la vicenda dal suo principio, la richiesta dell’esame è arrivata all’ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana il 22 agosto; il campione è stato quindi trasferito al laboratorio di Tossicologia dell’ex ospedale Antonino Di Summa di Brindisi per essere processato lo stesso giorno alle 12.20; il referto, poi, è stato emesso sempre il 22 agosto ed è stato trasmesso all’ospedale di Francavilla alle 13.30. L’iter, quindi, ha seguito correttamente il protocollo come da prassi. Anche in passato, gli esami sono stati eseguiti e trasmessi nelle tempistiche previste. Non esiste nessun caso di attesa superiore alle ore strettamente necessarie per eseguire il test. In questa occasione, tutto è stato eseguito nella stessa giornata.
“Questa vicenda mi amareggia molto – ha dichiarato il direttore generale della Asl Brindisi Maurizio De Nuccio -. Una lunga serie di imprecisioni o di informazioni completamente errate ha alimentato un grosso polverone che, però, nulla ha di concreto. A prova di ciò, basterebbe evidenziare che già l’ospedale citato nell’articolo è quello sbagliato: non è il Perrino, infatti, ma il Camberlingo. Poco importa perché sempre Asl è, ma l’informazione è sbagliata. Sembra che le notizie siano state riportate senza effettuare le necessarie verifiche richieste dal lavoro giornalistico: in questo modo, si rischia di gettare pesanti ombre su operatori che lavorano seriamente, cosa che è accaduta in questa occasione. C’è l’assoluta necessità di un giornalismo responsabile e rispettoso della verità e questo vale sempre ma a maggior ragione quando si tratta un tema tanto delicato e complesso come la Sanità. L’azienda che dirigo, nonostante fosse una domenica di agosto, con grande senso di responsabilità si è assunta l’onere di ricostruire l’accaduto e di fare tutte le verifiche che in realtà sarebbero dovute essere in carico a chi ha pubblicato quelle notizie. Sembra che in alcuni casi non ci si renda conto della gravità delle informazioni che vengono diffuse, generando inutile allarmismo e creando preoccupazione tra quei cittadini che si trovano a dover affrontare un percorso di cura già di per sé delicato e complesso”.
L’azienda, a margine della questione, ha contattato sia l’associazione da cui è partito il flusso di informazioni errate, sia la donna protagonista della vicenda, la quale è stata ricevuta da Massimo Di Tullio, medico del Centro trapianti del Camberlingo. La paziente, scusandosi per l’accaduto, ha ricevuto il risultato degli esami e ha ottenuto i chiarimenti necessari: entrambi hanno confermato che il tutto ha rappresentato un grosso equivoco e che non c’è nessun addebito ascrivibile alla Asl e ai suoi operatori.