PRESSO L’ISTITUTO ALBERGHIERO DI BRINDISI SI È TENUTO UN INCONTRO SUL FEMMINICIDIO

Presso l’Istituto Alberghiero Sandro Pertini di Brindisi, si è tenuto un interessante incontro sul “Femminicidio”, organizzato dal Lions Club Brindisi e il Leo Club Virgilio di Brindisi, per provocare i giovani e renderli partecipi di questo terribile fenomeno. Dopo i saluti del Dirigente dell’Alberghiero, prof. Vincenzo Micia, ha relazionato sull’argomento, il dott. Mario Paciaroni, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di La Spezia. Ogni anno, nel mondo, vengono uccise 87.000 donne, l’82% fra le mura domestiche. Violenza contro donne
che vengono uccise solo perché sono donne, per motivi di genere. La relazione è stata arricchita da documenti vari. È stato proiettato il cortometraggio “Metamorfosi”, la storia di Dafne che, dopo avere subito violenze fisiche e mentali, finalmente, comprende la gravità della situazione. Purtroppo, però, per ingenuità, incontra nuovamente quello che era l’uomo che aveva amato e che la ucciderà. Si è discusso sugli errori che una donna fa per amore, come credere nel pentimento dopo avere subito mesi di maltrattamenti. Non può esserci amore dove c’è violenza. Il termine Femminicidio, è nato nel 1993, per indicare gli omicidi della donna “in quanto donna”, omicidi basati sul genere, ed è salito alla ribalta grazie al film “Bordertown”, in cui vengono raccontati i fatti avvenuti nella cittadina di Ciudad Juarez. Furono ritrovati i corpi di tante donne e venne a galla l’inerzia delle istituzioni locali e della Magistratura, nei confronti di quanto stava accadendo. Corpi martoriati, da cui venivano prelevati organi che servivano per un ignobile traffico. Un giorno, una nativa del posto, raccolse tante scarpette rosse e si recò presso il Consolato, per protestare contro tutto quello che stava avvenendo nella sua città. La protesta con le scarpette rosse, in seguito, si è diffusa in tutto il mondo. Il rosso è il colore dell’amore, ma anche del sangue. Molto toccante la poesia dedicata a Fabiana, una quindicenne bruciata viva dal suo fidanzatino. Tante altre testimonianze di fatti efferati contro le donne, hanno coinvolto i ragazzi che hanno seguito l’incontro con molta attenzione. Bisogna fare comprendere alle nuove generazioni che le donne non sono degli oggetti, non sono cose da trattare con violenza. Non si può più accettare che, ogni giorno, tante donne vengano uccise. Inoltre, bisognerebbe, anche, fare in modo di avere pene certe, senza sconti, per gli assassini. Un problema grave, molto lontano dall’essere risolto. Bisognerebbe organizzare tanti incontri per approfondire l’argomento e discuterne insieme. Le donne non devono essere lasciate sole, non devono avere paura di denunciare. Il silenzio alimenta il problema e, purtroppo, ogni giorno la cronaca nera continua a fornirci notizie di omicidi di una crudeltà assurda, nei confronti di donne che “si sono prese la libertà” di decidere cosa fare delle proprie vite. Partiamo dalle scuole, i luoghi in cui si formano gli adulti di domani, per combattere contro una cultura ideologica di matrice patriarcale. Anna Consales

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