PUNTARONO LA PISTOLA CONTRO I PASSANTI: ECCO I NOMI DEI 4 BRINDISINI ARRESTATI PER RAPINA A VENEZIA

Dall’alba di questa mattina, nelle province di Brindisi e Lecce, i Carabinieri dei Comandi Provinciali di Venezia e di Brindisi stanno dando esecuzione alla misura di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Venezia nei confronti di 4 pregiudicati italiani, ritenuti responsabili di una rapina a mano armata in una gioielleria di Dolo (VE), perpetrata il 13 ottobre del 2017, alle 17 circa, con modalità particolarmente cruente.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Chioggia e del Nucleo investigativo di Venezia in collaborazione con quelli di Brindisi. L’operazione ha il nome di “Gold River”. La gioielleria e oreficeria in questione è “Ciach” di via Mazzini a Dolo. Uno dei banditi entrò fingendosi cliente e poi tiro’ fuori la pistola, fece entrare il complice e immobilizzò i proprietari con fascette autobloccanti immobilizzò i polsi dei proprietari, mentre fecero razzia di gioielli. Una volta fuori il titolare di una tabaccheria vicina e altri tre giovani provarono a inseguirli ma un bandito li minacciò con la pistola e dovettero rinunciare.

I soggetti sono: ANDRIOLA Francesco, 39enne, PAGANO Luciano, 34 enne,  UGOLINI Ugo, 32enne,  CANNALIRE Maurizio 57 enne.

Le misura cautelari sono state emesse a seguito della prolungata attività investigativa (convenzionalmente denominata “GoldRiver”), svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Venezia ed avviata a seguito dell’efferata rapina a mano armata avvenuta il 13.10.2017 nella gioielleria “Canova” di Dolo (VE).

In quell’occasione due malviventi, a volto scoperto e sotto la minaccia dell’arma, avevano brutalmente malmenato la proprietaria dell’esercizio ed un anziano cliente, che venivano immobilizzati a terra legandogli mani e piedi con delle fascette da elettricista, riuscendo ad impossessarsi di gioielli ed orologi per un valore complessivo di circa  45.000,00 Euro.

 

Nelle fasi culminanti della rapina, due adolescenti del luogo, che stavano transitando in prossimità della gioielleria, si rendevano conto del colpo in atto e con il proprio smartphone  chiamavano il 112.

I due giovani, mentre fornivano all’operatore della Centrale Operativa i dettagli di quanto stava accadendo, nonostante la situazione di estremo pericolo venutasi a creare ed incuranti delle possibili conseguenze, inseguivano a distanza i malviventi, nel frattempo usciti dal negozio con il bottino, desistendo solo a seguito della minaccia armata da parte di uno dei rapinatori che continuava la fuga a piedi, mentre il complice saliva su un’auto sulla quale riponeva la refurtiva.

Sul posto sopraggiungeva immediatamente una pattuglia della Tenenza dei Carabinieri di Dolo.

Il Maresciallo, avvertito da alcuni testimoni che i malviventi avevano imboccato a piedi uno stretto vicolo, tentava di inseguirli con una bicicletta prestatagli da un passante e, lungo il tragitto, incontrava i due ragazzi che gli riferivano di una Fiat Punto di colore bleu utilizzata da uno dei due rapinatori, subito dopo incrociata e della quale riusciva a rilevare parte della targa (poi individuata interamente grazie alle telecamere di videosorveglianza in zona).

Partendo dal possibile utilizzatore del veicolo ed attraverso le successive indagini, anche di natura tecnico-scientifica, condotte con la fattiva collaborazione di tutti i testimoni, è stato possibile raccogliere importanti, molteplici e concordanti indizi per l’identificazione dei due autori materiali della rapina e di due complici, risultati avere avuto funzioni di appoggio operativo e logistico, compiendo il sopralluogo preliminare sull’obiettivo e agevolando la fuga dei correi, nonché il compito di ricettare la refurtiva.

E’ stato acclarato che tutti gli indagati, subito dopo la rapina, hanno fatto rientro in Puglia, loro terra di origine, dove i preziosi sarebbero stati rivenduti.

Gli arrestati sono stati associati alle case circondariali di Brindisi e Lecce.

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