QUARTO APPUNTAMENTO DELLA RASSEGNA “VOCE, LUCI & OMBRE”

Ho sposato un ruolo, quello di madre, per paura di restare senza specchio”. Comincia così, con una parete di parole aspre e dolci, una narrazione a due voci che porta nel territorio più intimo di una donna: la maternità. È un mondo a parte, come sospeso dentro una sorta di limbo. Come definire altrimenti la stanza più bella dell’interiorità femminile, in grado di accogliere e restituire la creazione, la bellezza e la luce di una nuova vita? Ma quali sono le parole di una madre? Quali le preoccupazioni? Nel candore che allude agli interni di un sogno o di una clinica, e che ambisce a rappresentare una neo-spiritualità ritrovata, che affascina e cattura l’interlocutore, le due attrici si confrontano sull’essere madre. In una atmosfera raccolta e stranita, e coadiuvate da una terza presenza femminile, esse raccontano: una è in attesa di diventare madre, l’altra lo è già, e la terza? Un confronto di voci e interferenze sonore, di canto e ninna nanne: nella tela dell’udibile si aprono continui varchi e suggestioni, che le due attrici e la performer usano per traghettare gli spettatori in un mondo a parte in cui l’acqua diventa elemento fondamentale, la lentezza è condizione essenziale per gocce emotive come fossero di liquido amniotico e in cui i suoni si mescolano alle parole e al canto. Uno spettacolo di donne, quindi, con un intreccio di emozioni immaginato da due autori uomini. Ma maschile e femminile si incontrano sempre e si intrecciano, per percorrere insieme un pezzo di vita: Madre 2.0 ospita nella sua prosa registri, toni e misure che guardano alla poesia più che alla prosa, al sogno più che al reale, all’affabulazione più che alla recitazione.

“Siamo irriverenti nei confronti delle regole, qui ogni cosa si mescola all’altra, ne diventa una nuova attimo dopo attimo per svelare, farsi dubbio, poi gioia e paura. Rimangono le stelle: una folla di madri a illuminare la via, in una dimensione onirica e visionaria, in cui si ritrovano, forse, tutte le madri del mondo”.
M.A. Gallo/ F. Cito

Quarto e penultimo appuntamento di questa interessante rassegna che vede il TeatroDellePietre in scena in luoghi sacri che per una sera diventano “teatro”. Se è vero che “il teatro è là dove qualcuno ascolta e qualcuno dice” come afferma Marcantonio Gallo, allora quale miglior luogo di una chiesa per dare spessore e risalto alle parole?

La rassegna teatrale “Voce, Luci & Ombre” giunta alla sua seconda edizione, anche quest’anno è sostenuta da Enel, col patrocinio dell’Arcidiocesi di Brindisi e la collaborazione di BrindisiTime. I luoghi sacri scelti per ospitare le cinque performances sono molto suggestivi e ben si adattano agli argomenti trattati. Il tema di quest’anno infatti è il viaggio interiore alla ricerca del sé. Da qui quindi la necessità di disporre di “mappe emotive” – titolo dato alla rassegna per alla sua seconda edizione – per districarsi nel dedalo di parole e negli infiniti percorsi che portano alla luce la propria interiorità.

Abbiamo perso la connessione con noi stessi” spiega Marcantonio Gallo, “occorrono nuove mappe per muoverci sicuri sui sentieri che quotidianamente percorriamo. È paradossale: ci connettiamo ogni giorno col mondo attraverso i social ma dimentichiamo di collegarci con noi stessi”. Madre 2.0 prova a riconnettere i fili dell’interiorità. L’intera rassegna ha questa connotazione, ogni reading e spettacolo è stato pensato come una specie di tappa per la ricerca del se. “Non è facile oggi confrontarsi” aggiunge Fabrizio Cito, “siamo sempre più spesso nascosti dietro gli schermi dei nostri computer e basta un tablet, o anche un paio di occhiali scuri, a mascherare gli sguardi, quasi a voler negare le nostre profondità”. Occorre disegnare nuove mappe per ritrovarci e ritrovare le nostre emozioni, e il teatro ha ancora una sua funzione in questo senso: rende possibile l’introspezione. In questo spettacolo l’intento è proprio quello di traghettare chi ascolta dentro un mondo celato, di togliere metaforicamente le lenti deformanti della nuova socialità, spesso più esteriore, e tornare s vedere – e sentire – con il proprio cuore. Condividere è la parola d’ordine. Che si tratti di parole o emozioni o
Immaginazioni non importa. A teatro andiamo per farci sorprendere ed attraverso di esso riusciamo a focalizzare meglio noi stessi e ciò che ci circonda: il pianeta da una parte, noi dall’altra, quasi in contrapposizione, con in mezzo una specie di universo nero a dividerci, e niente a tenerci stretti o legati”. “Viviamo in un’epoca dominata dalla comunicazione, ma spesso tendiamo a non raccontare chi siamo davvero. Si comunica sempre, lo testimoniano i social, ma comunichiamo davvero? Siamo circondati da voci, suoni, immagini, in una sorta di caleidoscopio di emozioni. Ma a volte ogni cosa si annulla nel frastuono del mondo, perché preferiamo indossare una maschera e nascondere il nostro vero “io”. Madre 2.0 prova ad essere un sogno vero, il vero volto del l’emozione.

Madre 2.0

drammaturgia e regia
Marcantonio Fallo e Fabrizio Cito

in scena
Sara Palizzotto
Giampiera Di Monte
Marialuisa Capurso (performer e vocal)

Partner
Enel

Patrocinio
Arcidiocesi di Brindisi

Collaborazione
Brindisi Time

Chiesa Vecchia Cappuccini (ex Ospedale Di Summa)

Ore 20
Ingresso libero con prenotazione
3273928001

M. Antonio Gallo
327.3928001

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