di Carmen Vesco
Via Salvatore Morelli a Brindisi, la via accanto al parco dedicato alla memoria di Melissa Bassi, si presenta così: asfalto distrutto dalle radici degli alberi. Gli stalli per i disabili sono impraticabili e gli abitanti della zona denunciano già due cadute a causa del manto dissestato. E dal Centro alla periferia la situazione non cambia.
Purtroppo, però, gli alberi hanno bisogno di spazio vitale, cercano aria, luce e acqua; chi progetta aree urbane deve tenere in considerazione queste necessità e operare di conseguenza perché il verde pubblico deve far parte del piano urbanistico di ogni città per molteplici motivi, da quelli ambientali (purificano l’aria) a quelli estetici e decorativi. Ma chiaramente verde pubblico e sicurezza stradale devono riuscire a convivere bene.
Il compito di mantenere queste aree in buone condizioni spesso è dispendioso e poco fruttuoso perché dopo pochi anni i lavori di urbanizzazione si rivelano insoddisfacenti e i cittadini tornano a lamentare il disservizio costringendo a operare con interventi riparatori spesso a scapito della vegetazione che viene sradicata per risolvere il problema alla base.
I pini hanno radici che si estendono in orizzontale perché, essendo molto alti e con molte fronde, hanno bisogno di una base più ampia su cui fare affidamento e quindi difficile gestirne la crescita sotterranea. Ora, esistono delle soluzioni studiate appositamente per non dovere sradicare alberi che sono cresciti con gli stessi quartieri, magari tenendo presente per il futuro che vanno scelte piante con caratteristiche diverse che non creino questi disagi.
Ma per poter convivere con la natura per le città civilizzate sono state testate soluzioni ad hoc. Come creare delle barriere in profondità che contengano le radici entro un certo perimetro indirizzando la pianta a estenderle in verticale: questo, però, implica poi un’attenzione particolare allo sfoltimento delle fronde in altezza e in larghezza perché l’albero si mantenga in equilibrio e non rischi di essere a pericolo caduta.
Allora esistono anche delle isole vegetative che, inserite sotto i marciapiedi entro un tot di metri di profondità, consentono di mantenere il giusto compattamento del suolo così che l’apparato radicale possa espandersi in modo uniforme parallelamente al terreno.
Certo ci vuole più attenzione, ma Brindisi ce la può fare.