Regionali – FDI: L’internalizzazione come strategia elettorale. Amati è invitato a non fare figli e figliastri

“La strategia elettorale dell’assessore Fabiano Amati, per altro non condivisa neppure dall’assessore Raffaele Piemontese (che ha la delega alla Sanità, è bene ricordarlo visto che il primo tende ad appropriarsi della delega del secondo!), è chiarissima: promettere ai dipendenti delle strutture sanitarie, soprattutto quelle brindisine, di trasformare i loro contratti da privati a pubblici. C’è già riuscito con il Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica e, grazie a un emendamento del consigliere Napoleone Cera, anche con le RSA di Troia e Sannicandro Garganico. E già qui dovremmo aprire un capitolo, specie di spesa: l’internalizzazione costa alle casse regionali più di quanto costasse la gestione privata e in tema di servizi assistenziali miglioramenti significativi non se ne vedono.

“Ma veniamo agli ultimi annunci ‘farlocchi’: secondo Amati dal primo ottobre prossimo (rigorosamente prima delle elezioni) anche la RSA di Ostuni passerà sotto la gestione della ASL BR. A dirgli che è una boutade non siamo solo noi di Fratelli d’Italia, ma gli stessi suoi colleghi di maggioranza, dal consigliere Maurizio Bruno al conisgliere Mauro Vizzino, preoccupati come noi della tenuta dell’occupazione. Alcuni studi fatti ad hoc dimostrano che in assenza di un Piano Pluriennale del Personale una decina di dipendenti della RSA di Ostuni potrebbero rimanere a casa.

“Ma noi di FdI vogliamo anche guardare oltre: abbiamo chiesto, anche in aula, ad Amati perché l’internalizzazione deve riguardare le RSA di Ostuni, e forse quelle di Alberobello e Locorotondo, e non tutte le Rsa? vale a dire anche quelle di Modugno, Mola di Bari, Sannicandro di Bari, Noicattaro, Crispiano, Torricella, Alessano e Copertino. Quale criterio utilizza l’assessore brindisino per decidere quale struttura deve passare sotto il controllo delle Asl e quale invece può rimanere in capo ai privati? Se l’assessore motiva la sua decisione sostenendo che serve a potenziare la rete di assistenza sociosanitaria territoriale, soprattutto per le persone anziane e non autosufficienti, promuovendo equità di accesso e trasparenza, alleggerendo la pressione sugli ospedali e offrendo soluzioni di degenza a lungo termine in contesti più adeguati,  e allora lo si faccia per tutte e 11 le Rsa, ma anche per l’hospice che si trova nel Pta di Mesagne.

“Ci sembra corretto che anche il suddetto Centro residenziale per le cure palliative e le terapie del dolore (Hospice) venga gestito in forma interamente pubblica dalla Asl di Brindisi. Se è vero, come è vero, che l’obiettivo è garantire un accesso equo e continuativo alle cure palliative per i cittadini del territorio brindisino, nel rispetto della dignità della persona, contribuendo alla riduzione delle diseguaglianze e dei trasferimenti fuori regione. Tale misura dovrebbe potenziare il sistema sanitario locale, per altro senza incidere sul bilancio regionale, visto che secondo Amati le internalizzazioni sono invarianza finanziaria.

“Procedendo in questo modo nessuno potrà pensare che agli occhi di Amati e del centrosinistra pugliese ci siano figli e figliastri”.

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