REGIONE – LA PRESIDENTE CAPONE IN VISITA NELLE CARCERI DI BRINDISI E LECCE

La presidente del Consiglio regionale della Puglia Loredana Capone e il garante regionale dei detenuti, Pietro Rossi, in visita agli Istituti Penitenziari di Lecce e Brindisi.
L’obiettivo è creare sinergie per migliorare le condizioni delle detenute e dei detenuti delle carceri pugliesi.
A questo scopo, nei prossimi giorni, la visita si estenderà a tutti gli undici Istituti pugliesi e sarà insediato un tavolo regionale alla presenza dei direttori dei penitenziari, del Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Giuseppe Martone, dell’assessore alla sanità Pierluigi Lopalco, del direttore del Dipartimento regionale promozione della salute, Vito Montanaro e dei direttori generali delle Asl pugliesi
“Tra tutti i diritti che abbiamo il dovere di tutelare – ha detto la presidente Capone – quello più importante è certamente il diritto alla salute. Nella vita di tutti i giorni, sui luoghi di lavoro, all’interno dei nostri ospedali, nelle residenze che si prendono cura dei nostri anziani, e nelle carceri. Non c’è chi ha più diritto e chi meno, è una questione di equità e di dignità della vita, e le detenute e i detenuti hanno gli stessi diritti dei cittadini liberi.
Ecco perché è fondamentale lavorare sulle condizioni dei detenuti e dare sostegno alle famiglie con l’obiettivo di eliminare, o quanto meno ridurre il più possibile, quei confini in cui ad oggi, purtroppo, vi è ancora una reale sospensione della nostra Costituzione.
Per questa ragione, con il Garante regionale dei diritti di detenuti Pietro Rossi, abbiamo deciso di incontrare i direttori delle carceri pugliesi, accogliere le loro perplessità, le emergenze, per capire insieme come e cosa si può migliorare.
Siamo partiti questa mattina dalla Casa circondariale di Lecce. Abbiamo incontrato la direttrice, Rita Russo, il comandante Riccardo Secci, la presidente dell’associazione Antigone, Mariapia Scarciglia, la garante comunale, Maria Mancarella. È evidente il grande lavoro svolto, la competenza, la dedizione, l’impegno a garantire ai detenuti la dignità che meritano, senza mai dimenticare l’importanza di offrire loro occasioni di ‘rinascita’, dai laboratori di scrittura creativa e di teatro a quelli per le mamme detenute che vogliono provare a mantenere vivo il legame con i propri figli anche se saranno costretti alla distanza per chissà quanto tempo.
Abbiamo continuato poi visitando la Casa circondariale di Brindisi. Nel confronto con la direttrice, Maria Teresa Susca, ho colto subito il prezioso lavoro. Questa pandemia ci ha fatto riscoprire il valore dello spazio e per chi vive una condizione di limitazione è fondamentate avere luoghi per la socializzazione o fare due passi.
Delle donne e degli uomini che stamattina ho avuto il piacere di incontrare mi ha colpito e appassionato la loro tenacia, la determinazione, la ‘cura’ nel considerare tutti quei dettagli importantissimi che inevitabilmente sfuggono a chi non è direttamente coinvolto. E ho molto apprezzato la proposta di Antigone di insediare, insieme al sindaco della città, un tavolo con tutti gli attori del territorio per condividere, di volta in volta, le problematiche che si affrontano all’interno.
Per la stessa ragione ho proposto anche l’insediamento di un tavolo regionale con i direttori delle carceri pugliesi e l’assessore Pierluigi Lopalco. Una sfida importante per la nostra regione in cui intendo coinvolgere tutti i consiglieri regionali, perché ciascuno possa sentirsi responsabile e promotore di iniziative utili a migliorare le condizioni delle strutture presenti sul proprio territorio.
Credo sia fondamentale affrontare con loro, il presidente Emiliano e la Giunta, inoltre, anche il tema delle risorse del Next Generation Eu destinate proprio alla Giustizia e al Sistema Penitenziario che, stando alle prime anticipazioni, dovrebbero essere utilizzate per costruire nuove strutture detentive. Ma è davvero solo costruendo carceri che si innova il sistema? Oppure lì dove non c’è necessità di costruire basterebbe modernizzare quelle esistenti? Investendo sulle risorse umane (educatori, mediatori, psicologi), potenziando le infrastrutture tecnologiche, per assicurare la formazione professionale a distanza per esempio, o per aumentare le possibilità di video colloqui con i familiari? Con interventi che avrebbero magari un impatto il più significativo possibile nella lotta alla recidiva e negli obiettivi di recupero sociale dei condannati?
A queste domande dovremo rispondere ai tavoli, insieme ai direttori, e dovremo farlo in fretta perché la salute e la dignità non possono aspettare. D’altra parte è questo uno dei più grandi lasciti di questo tempo di pandemia”.

Intanto gli uffici sono già al lavoro per concordare la visita nelle altre dieci carceri pugliesi e per organizzare un primo incontro con i direttori, l’assessore Lopalco, il direttore del Dipartimento regionale promozione della salute, Vito Montanaro e i direttori generali delle Asl pugliesi.

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