Una recente e importante sentenza – la n. 422 del 3 giugno 2025 del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana – segna un punto di svolta nel dibattito nazionale sull’interpretazione dell’art. 3, comma 1, lett. d) del D.P.R. 380/2001, che disciplina la ristrutturazione edilizia mediante demolizione e ricostruzione.
Il CGA Sicilia ha affermato con chiarezza che non è più necessario mantenere una continuità fisica e strutturale tra edificio demolito e ricostruito: ciò che conta è la presenza di un preesistente manufatto da sostituire, non il fatto che il nuovo edificio debba sorgere esattamente sullo stesso sedime. La pronuncia – in linea con le modifiche introdotte dal D.L. 76/2020 (conv. in L. 120/2020) – apre infatti alla possibilità di ricostruzione su lotto diverso, anche con sagoma e tipologia edilizia differenti.
Questa lettura moderna e coerente con i principi di rigenerazione urbana è in netto contrasto con l’orientamento restrittivo recentemente affermato dalla giurisprudenza lombarda e dalla Procura di Milano, e rappresenta un precedente significativo anche per il territorio pugliese.
Sarebbe opportuno che la Regione Puglia ne tenesse conto nella stesura della nuova legge regionale sull’urbanistica.
ANCE Brindisi accoglie con favore questo approccio, che consente di superare vincoli interpretativi ormai superati, restituendo centralità all’obiettivo strategico della valorizzazione sostenibile del costruito esistente. Nella nostra provincia, caratterizzata da aree industriali dismesse, fabbricati vetusti e lotti urbanizzati sottoutilizzati, la possibilità di spostare volumetrie su aree contigue o più adatte urbanisticamente potrebbe sbloccare numerosi interventi oggi bloccati o sottoposti a lunghi contenziosi interpretativi.
È un tema che riguarda non solo i professionisti e le imprese, ma anche le amministrazioni comunali: servono regolamenti edilizi aggiornati, capaci di recepire questo orientamento giurisprudenziale e di incentivare una rigenerazione intelligente, capace di coniugare legalità, sostenibilità e funzionalità.
La sentenza del CGA Sicilia è un passo avanti nella direzione giusta. Come ANCE, auspichiamo che questo orientamento venga consolidato anche a livello nazionale, con un intervento chiarificatore del legislatore, ma già oggi rappresenta una solida base per amministrazioni locali e uffici tecnici che vogliano applicare la normativa in modo evolutivo, senza rigidità non più giustificate.
Rigenerare è possibile. Serve una visione più coraggiosa, moderna e coerente con le sfide del nostro tempo. Gli imprenditori chiediamo certezza del diritto per svolgere al meglio il nostro ruolo di modernizzazione del sistema paese.