Se vivessimo in un paese normale, dettato da regole di sana politica, si potrebbe affermare che l’attuale maggioranza che governa il Comune di Brindisi è ormai in frantumi. Partiamo dal PD: chiede con forza da settimane che l’assessore all’Urbanistica Borri venga sostituito in Giunta dopo le sue recenti esternazioni e sopratutto sulla base dei quattro anni trascorsi senza che si sia compiuto un solo passo in avanti nella stesura del Piano Urbanistico Generale e di altri strumenti urbanistici. Borri, invece, è tornato ad essere presente nelle riunioni di Giunta, come se nulla fosse. Nei giorni scorsi, poi, il PD provinciale aveva chiesto a Rossi di prendere le distanze pubblicamente rispetto al linguaggio utilizzato dal suo movimento Brindisi Bene Comune nei confronti del consigliere regionale del PD Fabiano Amati. Fino ad oggi, però, il primo cittadino ha letteralmente ignorato il PD.
Circola da qualche ora sul web, poi, un intervento che Riccardo Rossi ha fatto nella conferenza programmatica di Europa Verde. Appuntamento durante il quale ha fatto intendere che lui ed il suo movimento sono ormai vicinissimi ad una adesione proprio ad Europa Verde per “imporre” scelte a livello locale come a livello nazionale per “vincere delle battaglie” e diventare “forza di governo”.
E poi giù con gli attacchi nei confronti del Ministro Cingolani, “colpevole” di non aver discusso con il territorio la decisione di utilizzare a pieno regime la centrale a carbone di Cerano. Rossi dice, invece, che Cingolani deve confrontarsi con lui perché esistono alternative a Cerano che consistono nell’eolico offshore e nelle rinnovabili. Forse a Rossi sfugge quello che sta accadendo in tutto l’Occidente a causa della guerra in Ucraina e che si rischia di rimanere a secco da un giorno all’altro. Forse non “fa benzina” da tempo alla sua auto e non ha letto l’importo della sua ultima fattura di energia e del gas. Sa bene, invece, quali sono i tempi necessari per costruire un campo eolico offshore.
Ma ciò che stupisce più di ogni altra cosa è che adesso anche il suo assessore al bilancio Francesco Saponaro è venuto allo scoperto, interpretando quello che pensano molti in città e cioè che la politica del “no a tutto” rischia di continuare a bloccare tutto, a partire dalla infrastrutturazione del porto.
A questo va aggiunto che forse dopo quattro anni di governo della città non si può continuare a dare colpe ai “sindaci arrestati” ed al “sistema delle tangenti”. L’aria pura e cristallina che si respira adesso a Palazzo di Città avrebbe dovuto produrre dei risultati. O no?
E’ allora? La realtà è che politicamente il PD non è mai stato così distante da Rossi e dal movimento Brindisi Bene Comune. Eppure continuano a governare insieme, accontentandosi di firmare un documento unitario (diffuso alla stampa) che riguarda un primo taglio di erbacce nel vecchio Ostello della Gioventù.
Forse bisogna andare oltre, togliersi le maschere e capire se ci sono le condizioni per andare avanti e sulla base di quale visione della città: quella esplicitata da Rossi o quella che invece ha rappresentato il suo assessore Saponaro. Ecco, il problema è proprio questo.