SCUOLA GIULIO CESARE, SECONDO INCONTRO DEL PROGETTO “LEGALITA’ E CITTADINANZA”

Legalità e cittadinanza continuano a qualificare i contenuti della terza edizione del percorso per insegnanti, organizzato dalla Cooperativa Sociale Amani e da Libera-Assocazioni, nomi e numeri contro le mafie di Brindisi in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale.

Lunedì 17 dicembre, presso l’Aula Magna della Scuola secondaria I grado “Giulio Cesare” – Istituto Comprensivo “Commenda” (via Tirolo – Brindisi) dalle ore 16.00 alle ore 19.30, si terrà il secondo incontro del Progetto di azione e formazione docenti sui temi della legalità e della cittadinanza.

I temi affrontati durante questo secondo incontro riguarderanno il territorio visto sotto due diversi aspetti: come comunità virtuale e come comunità narrante. Il primo aspetto sarà illustrato dal dott. Nicola Iannaccone, psicologo presso la ASL Città di Milano dal 1989, impegnato nell’associazionismo educativo, che ha fondato e diretto Arciragazzi Milano e altre realtà che si sono occupate di promuovere i Diritti dei Bambini a Milano e nel nostro Paese. Ha, inoltre, ideato e coordinato il Progetto “Stop Al Bullismo” e pubblicato vari libri con La meridiana e articoli su riviste specializzate e scientifiche. Iannacone parlerà della promozione del benessere digitale tra rischi ed opportunità e in particolar modo del ruolo della scuola, della famiglia e della comunità.

Tito Vezio Viola, direttore della Biblioteca Comunale di Ortona (CH) e del Museo della Battaglia di Ortona, nel quale si esercita la documentazione della memoria delle vittime di guerra, esperto di editoria per l’infanzia e l’adolescenza e dei generi di narrazione sociale, affronta il tema della memoria e della narrazione. Saranno, infatti, lette alcune storie di vittime innocenti di mafia attraverso le quali si metteranno in evidenza le diverse tecniche di narrazione che portano a comprendere altri punti di vista. La complessa operazione del narrare le ingiustizie, attraverso la rimemorazione delle vittime innocenti di mafia, è quindi una vera azione di “adozione” perché restituisce al presente emozioni, storie, scritture. E diventa memoria solo ed esclusivamente quando, tramite il narrare, esce dal ricordo, attraversa la testimonianza e diventa testo

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