SI all internalizzazione della RSA di Ostuni ma la Fials chiede la proroga a 36 mesi del personale del Presidio San Raffaele di Ceglie. No alle strumentalizzazioni politiche

SI all internalizzazione della RSA di Ostuni ma la Fials chiede la proroga a 36 mesi del personale del Presidio San Raffaele di Ceglie. NO alle strumentalizzazioni politiche.

Si è appena conclusa una riunione informale in Direzione Generale la quale ha convocato le organizzazioni sindacali in merito al problema del contenzioso legato al demansionamento per valutare in sede congiunta il problema e addivenire ad una soluzione transattiva.

Come organizzazione sindacale abbiamo subito espresso la non disponibilità da parte nostra a accordare una cifra a ribasso rispetto alla nostra richiesta in sede processuale, diversamente siamo disponibili ad ascoltare proposte aziendali in linea con i diritti dei lavoratori e a farci portavoce con i lavoratori che saranno liberi di scegliere ma vogliamo una cifra pari a 30.000 euro.

Proposta aziendale che oggi non ci è mai arrivata.

In merito al discorso della Rsa di Ostuni, per noi lìinternalizzazione è un fattore estremamente positivo, ma attenzione alle promesse fatte in tempo politico. Il processo di internalizzazione deve essere equo e uguale per tutti e non è quello che ci viene prospettato oggi. Il processo di internalizzazione non si può fare sulla pelle dei lavoratori, salvandone alcuni a scapito di altri o utilizzando misure diverse per alcune realtà rispetto a altre come ci hanno prospettato in seduta odierna. 

Per non parlare dell’urgenza di affrontare l’Internalizzazione dell’Adi, un servizio core per la sanità brindisina a cui nessuno però ci dà risposta da tempo per ovvi interessi politici maggiori. 

In merito alla questione Presidio San Raffaele di Ceglie, abbiamo chiesto a gran voce la proroga a 36 mesi dei lavoratori affinché le promesse fatte in campagna elettorale non siano fumo negli occhi. 

Non lo sono per noi.

I lavoratori meritano rispetto e certezza occupazionale, non lo stallo politico in cui li stanno facendo vivere.

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