STORIE DAL DORMITORIO: “IO CHE AGGIUSTO LE BICI PER TUTTI”

Si contano come numeri, perché è importante sapere quanti sono. Dal bilancio conclusivo dei controlli avvenuti questa mattina nel dormitorio di via Provinciale San Vito, anziché gli 80 previsti, di immigrati ce ne “alloggerebbero” più di 200. Dormono buttati per terra all’interno in ogni angolo e all’esterno, fino a quando il clima permetterà, accampati alla meno peggio con capanne di fortuna. Si contano perché si devono contare, per la pubblica sicurezza, per loro e per i cittadini. Ma tra gli scatti qualcuno si sarà fermato a guardarne alcuni per qualche istante in più e si sarà chiesto: “Ma chi è questa persona?”. Tanto lontana e diversa che ci si scorda che ha una vita come ogni altra persona. Di lui non si sa il nome o la provenienza, ma si sa che ogni giorno fa il suo piccolo lavoro per tutti, e tutti i giorni lo fa col sorriso sulle labbra, la faccia serena e le sue cassette per gli attrezzi che conserva come tesori. Tesori che raccatta qua e là, funzionati o rotti e se così fosse lui sistema anche quelli per poterci lavorare. “Metto a posto le bici degli altri ragazzi quando si rompono o c’è da mettere l’olio alla catena o cambiare una gomma. Gli altri ne hanno bisogno”. Ed è vero, loro ne hanno bisogno come il pane, e in questo caso non è poi così tanto solo un modo di dire. Per andare a lavorare all’alba in campagna, o nei supermercati, o trasportare qualcosa su commissione di qualcuno per un pacchetto di sigarette o per una ricarica telefonica. O solo per inforcare la bici e andare sulla diga a vedere il mare e lasciare il caos e la sporcizia del dormitorio per qualche ora. E lì di bici ce ne sono a centinaia.

Carmen Vesco

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