Strade danneggiate dalle radici degli alberi danneggiano anche il commercio. Una nota di Confesercenti

Strade danneggiate dalle radici degli alberi. Un serio problema anche per i
commercianti ed esercenti. Occorrono soluzioni ben più incisive dell’apposizione di cartelli
stradali.
Il problema di strade e marciapiedi sconnessi a causa della proliferazione delle radici degli
alberi è una questione a Brindisi nota da tantissimo tempo, a cui nessuno, tra politici, tecnici e
studiosi, nel corso della storia recente ha tentato di porre rimedio, con soluzioni drastiche. Tale
circostanza, come evidenziato da alcune consulenze tecniche, è stata purtroppo anche una
concausa dell’incidente mortale su via Caduti di via Fani, dove lo scorso anno perse la vita un
motociclista.
Da quel triste giorno, il Comune di Brindisi, responsabile della manutenzione degli alberi
intesi come bene pubblico, aveva provveduto a disporre nuovi limiti di velocità e successivamente
l’interdizione parziale alla viabilità con restringimento della carreggiata e la perdita di numerosi
posti auto, tra il Tribunale di Brindisi e viale Palmiro Togliatti. Stesso provvedimento in tantissime
altre zone di Brindisi dove è visibile il degrado per le radici degli alberi di pino. Si è partiti quindi
da via Caduti di via Fani, al rione Sant’Elia, per poi passare in via Palmiro Togliatti, viale Aldo
Moro, il rione Commenda, quartiere Bozzano e in tutti gli altri rioni interessati da questa
problematica.
“Sappiamo molto bene – dichiara il presidente provinciale dei Confesercenti, Michele
Piccirillo – che le radici degli alberi possono causare una serie di danni molto pericolosi, sia
visibili come il degrado delle strade, come visto anche per l’incidente stradale mortale dello scorso
anno, ma anche danni che possono manifestarsi nel lungo periodo alle fondamenta degli edifici,
alle tubature sotterranee, alle pavimentazioni, al drenaggio sotterraneo, e così via. Il mio ruolo,
tuttavia, mi impone anche di porre in rilievo un altro genere di danno, quello economico sulle
spalle di commercianti ed esercenti per la perdita di tanti posti auto nelle zone con riduzione della
carreggiata. Viale Aldo Moro, per altre motivazioni, ne è un chiaro esempio. Le attività
commerciali di dette zone stanno subendo forti ripercussioni, i clienti sono disorientati per alcuni
cartelli di divieto di transito per limitare gli accessi alle strade pubbliche, come sta accadendo in
viale Belgio, ed è pertanto evidente il calo di affluenza nei negozi. Pur comprendendo la necessità
di intervenire con soluzioni tampone, per evitare danni importanti e anche letali, ritengo che la sola
apposizione dei cartelli stradali o della segnaletica orizzontale sia una risposta insufficiente per
tutelare sia i residenti che le aziende locali”.

Condividi questo articolo:
Share on facebook
Share on twitter
Share on telegram
Share on whatsapp
no_fumo_torchiarolo

what you need to know

in your inbox every morning