Nel Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, è andato in scena “Parenti Serpenti”, l’adattamento teatrale del famoso film di Monicelli. Uno spaccato di vita con una famiglia numerosa e tanti sentimenti contrastanti. L’amore incondizionato dei due anziani genitori per i quattro figli. Il Natale, visto come l’appuntamento annuale importantissimo, da trascorrere tutti insieme. Loro, I figli, che, all’apparenza, ricambiamo un amore che fa, però, I conti con tanto egoismo e, addirittura, con l’organizzazione del più crudele degli omicidi. Due genitori che hanno fatto tanto per i figli e che vorrebbero trascorrere gli ultimi anni di vita in compagnia. Ma, ecco che le esigenze di tutti e, soprattutto, un inspiegabile e insopportabile egoismo, li spingono a dimenticare i valori importanti della vita. Una performance che, sicuramente, oltre al divertimento, ha comunicato un po’ di tristezza agli spettatori. Siamo tutti veramente così presi dalle nostre vite, dagli obiettivi da raggiungere, al punto da dimenticare cosa vuol dire amare qualcuno? È possibile diventare così vuoti dentro? Paradossale la scena in cui i figli litigano per la “roba” e, persino, un vecchio comò, diventa oggetto di contesa. Vengono fuori le vere identità di tutti e, finalmente, il figlio minore trova il coraggio di fare “coming out” e dichiarare il suo amore per Mario. Dopo tanto discutere, l’unica soluzione condivisa da tutti è quella di sopprimere i genitori, evitando così qualsiasi impegno. Grottesca la scena finale, in cui tutti gli attori, rigorosamente in nero, si calano tra il pubblico, piangendo per la morte dei genitori. Un grande Lello Arena che ha interpretato egregiamente il vecchio padre con perdite di memoria. Bravi tutti gli attori, completamente “presi” dalla parte. Tantissimi applausi e risate. Una bella occasione per riflettere e fare un esame di coscienza. Si può diventare capaci di tutto per egoismo? Uno spettacolo teatrale che ha rappresentato una lezione di vita. Anna Consales
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