TAP – TREVISI (M5S): “LA MULTINAZIONALE CONTINUA A NON DIRE LA VERITA’. IL GASDOTTO NON E’ A IMPATTO ZERO”

“Tap continua a non dire la verità ai pugliesi. In questi giorni la multinazionale ha lanciato una campagna pubblicitaria in cui sostiene che “il gas è la fonte energetica tradizionale più pulita” e che “Tap non inquina perché si limita a trasportare il gas ed è a impatto zero”. affermazioni che non corrispondono alla realtà.” A dichiararlo è il consigliere del M5S Antonio Trevisi all’indomani del sit-in che si è tenuto davanti al Consiglio Regionale per dire no ai gasdotti sostenuto dal M5S

“Il gasdotto non è a impatto zero. Gli studi – continua il pentastellato – dimostrano come  sia un errore pensare che aumentare l’uso del gas naturale sostituendolo con carbone e petrolio sia un modo efficace per contrastare l’aumento della temperatura terrestre. Questo in quanto non si tiene conto dei danni collaterali causati dall’uso del gas naturale, quelli che derivano dalle perdite di metano durante l’estrazione e il trasporto del gas. I dati del CNR indicano il potenziale inquinante del metano per l’effetto serra, addirittura 25 volte superiore rispetto all’anidride carbonica. Lo sviluppo tecnologico sia nel settore industriale, che nei trasporti vede l’elettricità quale vettore del futuro  – aggiunge  –  e mentre il mondo si muove verso le fonte rinnovabili in Puglia si sceglie di “innovare” puntando sul “vecchio” e sulle fonti fossili.”

Trevisi ribadisce la richiesta già avanzata più volte di una valutazione d’impatto sanitario dell’approdo del Tap a San Foca, dal momento che “Arpa Puglia scrive chiaramente che lo studio della Trans Adriatic Pipeline è carente nella valutazione degli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico riconducibile agli inquinanti Pm10, Monossido di Carbonio, Ossido e Biossido di Azoto emessi sia nella fase del cantiere che in quella di esercizio”.

 

Nei giorni scorsi Tap ha diffuso i risultati delle indagini sottomarine svolte evidenziando che il punto d’uscita del microtunnel è posizionato correttamente perchè si trova sul bordo esterno di un prato di di cymodocea nodosa, mentre  pochi fasci isolati di posidonia (erba marina tutelata dalle leggi europee) si trovano a oltre 50 metri di distanza.

Anche questa – spiega Trevisi – è una affermazione di parte che non corrisponde al vero perché  l’habitat relativo alle fanerogame va visto, come previsto dalle direttive comunitarie, nella sua interezza e tra l’altro se fosse vero che la posidonia in quella zona è sporadica, quella zona andrebbe maggiormente tutelata. Ad ogni modo non è questo il caso perchè ARPA Puglia, grazie ad una nostra interrogazione, ha già dimostrato che la presenza della posidonia in quella zona è tutt’altro che sporardica. La verità  – conclude – e che si sta continuando a costruire una montagna di bugie per consentire a pochi di guadagnare palate di denaro, continuando a danneggiare il clima, l’economia italiana e tutti i cittadini”.

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