Da oltre un anno sollevo un problema che tutti conoscono, ma che nessuno — tra coloro che avrebbe il dovere di farlo — ha voluto affrontare.
Nonostante l’impegno assunto pubblicamente in Consiglio dal capogruppo di Forza Italia Nicola Di Donna, l’argomento è stato completamente ignorato.
Nessun passo avanti è arrivato dall’assessore competente Caterina Cozzolino, mentre l’assessore all’Ambiente Livia Antonucci continua a proporre soluzioni che non stanno né in cielo né in terra.
Davvero qualcuno può credere che 17 cestini possano abbassare la Tari?
E nel frattempo, il servizio delle guardie ambientali — promosso e sostenuto dallo stesso assessorato — si è rivelato del tutto inefficace, senza alcun impatto concreto sul decoro urbano e sul contrasto alle irregolarità.
Se questa è la strategia adottata per affrontare il problema rifiuti, è evidente perché Brindisi continui a rimanere tra i comuni più cari d’Italia per la Tari.
Il nodo della questione è chiaro da tempo:
va rimodulata la Tari per le utenze non domestiche, correggendo coefficienti che oggi colpiscono duramente i nostri commercianti.
E questa non è una proposta improvvisata: tutte le proiezioni, i calcoli e la documentazione tecnica sono pronti da oltre un anno, e dimostrano benefici economici immediati e misurabili.
Eppure, siamo ancora fermi.
Tre esponenti di Forza Italia, ciascuno con responsabilità dirette sul tema, hanno prodotto un solo risultato: immobilismo totale.
Per questo martedì 2 dicembre ho convocato la Commissione Ambiente, pretendendo la presenza dell’assessore Cozzolino e dei dirigenti Morciano e Falco.
È arrivato il momento di guardare in faccia la realtà e fornire risposte concrete, non slogan.
Inoltre presenterò un ordine del giorno nel prossimo Consiglio comunale, basato su un lavoro che era pronto da oltre dodici mesi e che potrebbe finalmente ridurre i costi per molte attività e dare respiro all’economia locale.
Non c’è più tempo.
Adesso si vedrà chiaramente chi vuole davvero ridurre i costi ai brindisini… e chi invece, con la sua inerzia, continua a farli pagare.
Roberto Quarta – Presidente Commissione Ambiente