Il copione è quello solito.
Si dice e si scrive che si vuol cambiare il rapporto con i cittadini, di voler promuovere decisioni partecipate sulle scelte strategiche della città, come fanno da tempo moltissimi altri comuni, attivando un nuovo modo di programmare l’intervento pubblico riportando la politica nel suo alveo naturale, abbassando il baricentro delle decisioni, esplorando i bisogni dall’interno del tessuto urbano, attraverso i saperi e le idee dei cittadini, degli operatori economici e commerciali, delle associazioni che vivono da vicino i problemi della città e ne conoscono i ritmi, il metabolismo, che possono non solo raccontarsi, ma proporsi con le loro idee, con i loro saperi, ma, in sostanza, si lavora lasciando tutto inalterato.
Purtroppo, la realtà dimostra che passare dalle parole ai fatti anche per questa amministrazione è un esercizio molto, ma molto, faticoso, perché agli impegni, alle dichiarazioni, non stanno facendo seguito fatti concreti.
Il Sindaco di Brindisi nel programma di mandato del 2023, aveva assunto come impegno fondamentale la partecipazione dei cittadini alla definizione dell’agenda politica della città, per recuperare il rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni.
Era necessario in quanto riteneva “ che la priorità sia rappresentata da un nuovo modello di partecipazione dei cittadini ai processi di decisione politica, che si ponga l’obiettivo di colmare l’abisso che attualmente separa gli abitanti delle città dalle istituzioni che li governano.”
“Il compito del comune deve essere quello di far sentire i cittadini partecipi delle scelte che li coinvolgono. Per consentire l’epressione della valorizzazione del loro potenziale di partecipazione politica e democratica.” “Nella visione di recupero di un senso di comunità.”
Una impegno che, come si può facilmente verificare da quanto accaduto in questi giorni, è rimasto sulla carta, privo di ogni effetto pratico, considerata l’ assenza di qualsiasi iniziativa per dare sostanza concreta a quella esigenza.
E’ accaduto infatti che subito dopo l’ordinanza del tar di Lecce del 23 giugno scorso, che dichiarava la propria incompetenza a decidere sul ricorso presentato dal comune di Brindisi, avverso all’installazione del deposito di gas naturale liquefatto di Edison a Costa Morena, nel porto di Brindisi, trasferendo la controversia al tar del Lazio, il sindaco di Brindisi, il successivo 28 giugno, nello spazio ovattato e ristretto della sala giunta, al riparo dei rumori della città, ha deciso di rinunciare a proseguire il ricorso contro la realizzazione di un impianto, che oltre alle conseguenze negative sul porto, sull’impatto ambientale, costituisce un impianto a rischio di incidenti rilevanti la cui realizzazione non può essere sottratta nella decisione al coinvolgimento e alla partecipazione della città.
Tutto già deciso senza che il sindaco abbia sentito il dovere di chiarire i motivi a sostegno della rinuncia.
Eppure nonostante i trenta giorni a disposizione, si è pensato di accellerarei i tempi della decisione, senza nemmeno aspettare la proclamazione dei consiglieri comunali del successivo 29 giugno, che potevano e dovevano essere coinvolti nella decisione.
Altrimenti che senso ha esercitarsi sul valore e sulla funzione dei consiglieri quando vengono estromessi da una decisione così importante.
E i cittadini ? Oh bella e loro che c’entrano. Loro sono importanti solo al momento del voto. Ma poi in virtù di quale diritto pretendono di partecipare?
Loro hanno già votato, devono solo pensare a pagare le tasse, la tari , la tasi, l’imu, l’iperf comunale naturalmente sempre al massimo.
Sono ancora cosi ingenui da credere che le promesse, gli impegni devono essere rispettati?
Purtroppo questa amministrazione non riesce a comprendere che la democrazia, sta più nelle orecchie, nell’ascolto, piuttosto che nella bocca, nelle parole, nelle promesse. E ascoltare il pensiero dei cittadini degli operatori economici e commerciali,delle associazioni, coinvolgerli nelle decisioni importanti, come quella del deposito di gas, non costituisce un fastidio, un intralcio alla democrazia, come sembra percepire dai comportamenti di questa amministrazione, anzi ne sono il motore, la ragione.
Rimane sempre la speranza che il sindaco, così come vogliono la gran parte dei cittadini, prosegua con il ricorso.
Purtroppo, considerati i precedenti, non c’è da farsi troppe illusioni.
Vincenzo Albano