TOKAMAK A FRASCATI – SVANISCE UN SOGNO PER LA CITTADELLA DELLA RICERCA DI BRINDISI

Il consiglio di amministrazione dell’ENEA ha reso nota la graduatoria finale delle nove località candidate ad ospitare la Divertor Tokamak Test Facility (DTT), il centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla fusione nucleare. Sulla base dei requisiti tecnici ed economici richiesti, ha vinto il sito di Frascati (Roma), seguito dalla Cittadella della Ricerca di Brindisi e dal sito di Manoppello (Pescara).

Per la Cittadella di Brindisi svanisce il sogno di un investimento di 500 milioni di euro, con tanta occupazione e soprattutto con un futuro nel comparto della ricerca.

Il progetto DTT e la fusione nucleare

La fusione, processo opposto alla fissione nucleare, si propone di riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle per ottenere energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, in grado di sostituire i combustibili fossili e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.

La DTT nasce per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcune problematiche particolarmente complesse del processo di fusione (come la gestione di temperature elevatissime) e si pone quale “anello” di collegamento tra i grandi progetti internazionali ITER[1] e DEMO, il reattore che dopo il 2050 dovrà produrre energia elettrica da fusione nucleare.

Ideata dall’ENEA in collaborazione con CNR, INFN, Consorzio RFX, CREATE e alcune tra le più prestigiose università italiane, la DTT sarà un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma con un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo).

Il plasma lavorerà a oltre 100 milioni di gradi mentre gli oltre 40 km di cavi superconduttori di niobio, stagno, titanio distanti solo poche decine di centimetri, saranno a 269 °C sotto zero. Bersaglio di tutta la sorgente di potenza, il divertore, elemento chiave del tokamak e il più sollecitato dalle altissime potenze, composto di tungsteno o metalli liquidi, rimuovibili grazie a sistemi altamente innovativi di remote handling.

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