In questi giorni si sta discutendo attraverso vari emendamenti depositati presso la prima, quinta e decima Commissione del Senato il futuro di numerosi lavoratori salentini assunti presso la CCIAA di Lecce a tempo indeterminato con una società partecipata dal medesimo ente. Questi lavoratori e lavoratrici svolgono mansioni diverse e molto spesso di livello superiore rispetto a quelle stabilite dal contratto: servizi di front office e backoffice al pari dei servizi forniti dal personale dipendente dell’ente, dando peraltro efficienza e professionalità ai servizi offerti dalle camere di commercio.
“Non si comprende – afferma il capogruppo al consiglio regionale M5S Antonio Trevisi – la ragione per cui non si siano equiparati i lavoratori alle dipendenze della società in house ai loro colleghi delle Unioni Regionali e delle Aziende Speciali, non tutelandoli a livello occupazionale e pregiudicandone i diritti con accorpamenti e riassorbimenti. Ciò che più sorprende – continua il pentastellato – è che lavoratori e lavoratrici pugliesi non potranno accedere neppure agli ammortizzatori sociali quali cassa integrazione, mobilità, ecc. ma soltanto all’assegno di disoccupazione che peraltro inciderebbe sulle casse dello Stato. Sebbene la società partecipata, – prosegue – tutelando gli interessi pubblici rilevanti e la gestione di servizi di interesse economico generale ed avendo una buona struttura organizzativa con una stabile e virtuosa situazione contabile, rientri nei parametri di efficienza stabiliti dalla Legge N. 124/2015 (Decreto Madia), sussiste il pericolo di perdita del posto di lavoro per il personale dipendente delle società partecipate dalle camere di commercio nella Regione Puglia con l’entrata in vigore del decreto legislativo. Chiediamo pertanto – conclude – di intervenire tempestivamente affinchè vengano messe in atto tutte le procedure necessarie a tutelare i suddetti lavoratori.”