Tutela della biodiversità e sostegno ai piccoli produttori: dalla Francia un segnale storico che interpella anche l’agricoltura pugliese

Tutela della biodiversità e sostegno ai piccoli produttori: dalla Francia un segnale storico che interpella anche l’agricoltura pugliese

La recente decisione della giustizia francese, che il 3 settembre 2025 ha sancito la responsabilità dello Stato nel collasso della biodiversità per non aver adeguato le valutazioni dei rischi legati all’uso dei pesticidi, rappresenta una sentenza storica. Un pronunciamento che va ben oltre i confini nazionali e che pone con forza l’urgenza di ripensare i modelli agricoli su cui si basa gran parte della produzione in Europa.
Una lezione che riguarda da vicino anche l’Italia e, in particolare, la Puglia, oggi colpita da una delle più gravi crisi agricole degli ultimi anni. Il comparto cerealicolo è in sofferenza: si stima un crollo della produzione del grano anche del 30%. I raccolti sono scarsi , i prezzi riconosciuti ai produttori sempre più bassi nonostante il costo finale al consumo resti alto. A pagarne le conseguenze sono in primis i piccoli agricoltori, schiacciati tra costi crescenti e calo dei prezzi, scarsità d’acqua, perdita di superfici destinate al grano. 

A complicare il quadro vi è la concorrenza estera e le speculazioni di mercato: nel 2024 sono entrate in Italia circa 586.000 tonnellate di grano dal Canada e 664.000 tonnellate dall’Ucraina, con un impatto diretto sulla competitività dei produttori locali.

Non si tratta solo di numeri commerciali: il grano importato quasi sempre non è soggetto alle stesse regole Europee sull’uso dei fitofarmaci, con evidenti conseguenze sul piano della sicurezza alimentare e della biodiversità

I piccoli produttori, invece, da sempre custodi della biodiversità, promotori di metodi colturali sostenibili e protagonisti della vita nelle aree interne, rischiano oggi l’emarginazione a causa di politiche agricole che continuano a favorire le grandi concentrazioni e modelli intensivi.

Per invertire questa tendenza e ridare valore al territorio, è necessario, quindi, sostenere i piccoli produttori che producono ancora grani antichi – varietà come Senatore Cappelli, Maiorca e altri ecotipi locali – per riaffermare non solo la cultura e la tradizione di un territorio, ma anche di un’agricoltura più sana e resiliente. Un’agricoltura che risponda ai bisogni dei Cittadini, che scelgono sempre più spesso filiere corte e prodotti garantiti.
Dunque, la sentenza francese lancia un messaggio chiaro: la biodiversità si tutela solo se si cambia paradigma. Servono strumenti che sostengano l’agricoltura di prossimità, l’agroecologia, le filiere locali. In questa prospettiva, la valorizzazione dei piccoli produttori non è solo una questione sociale o economica, ma un atto politico e ambientale di cui le Istituzioni devono occuparsene.

È necessaria una nuova visione strategica: accesso alla terra, sostegni mirati, prezzi giusti, infrastrutture idriche efficienti – impianti di irrigazione moderni, sistemi di raccolta delle acque piovane, conservazione delle falde, tecnologie che minimizzino gli sprechi –  eliminare del tutto l’uso dei fitofarmaci, riforma della PAC in chiave equa e sostenibile. Solo così si potrà invertire la rotta.
La Puglia non può perdere i suoi presìdi agricoli, la sua cultura rurale, la sua biodiversità. È tempo di scelte coraggiose, dalla parte dei piccoli e della terra.
In questo quadro, ALPAA Puglia si impegna a organizzare e mettere in rete i piccoli produttori agricoli, affinché diventino protagonisti di un’azione collettiva in grado di incidere realmente sulle scelte politiche. 

Non solo per rivendicare diritti e sostegni, ma per costruire insieme un modello agroalimentare più giusto, sostenibile e democratico.

Il Presidente ALPAA PUGLIA

Antonio Macchia

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