TUTTI I PARTICOLARI DELL’OPERAZIONE ANTICAPORALATO. QUATTRO ARRESTI – VIDEO

Lotta al fenomeno del caporalato che affligge Villa Castelli, Francavilla Fontana e limitrofi. Quattro le persone arrestate: Michelangelo Beccati, Valentina Filomena, coniugi, Grazia Ricci e Maria Rosa Putzu. I Carabinieri di Brindisi ha dato esecuzione a l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei 4 indagati ritenuti responsabili di concorso in intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravati, ovvero “caporalato”.

L’inchiesta, riferita agli anni 2015/2016, è partita dalla denuncia di una delle braccianti picchiata successivamente alle lamentele sul pagamento arretrato che non le veniva corrisposto. Pagamento che, in più, non era a norma di contratto. Sei ore e mezza al giorno che diventavano 8 e molte di più, in condizioni vessatorie. Le donne non potevano neanche andare in bagno senza chiedere il permesso. Erano 15 tra italiane e straniere residenti nei comuni di Brindisi e Taranto, affrontavano il viaggio a Turi, dove erano state indirizzate alla raccolta di ciliege, a loro spese. Le dichiarazioni della donna, a cui poi è seguita anche quella di una “collega”, hanno trovato conferma in sede di indagine condotta anche tramite servizi di osservazione e videoriprese lungo gli itinerari e presso l’azienda agricola del barese dove veniva svolta l’attività lavorativa. Le donne non venivano reclutate tramite agenzie interinali ma dagli stessi caporali che poi gestivano di fatto la manodopera mediante minacce e intimidazioni, approfittando, fra l’altro, dello stato di bisogno e di necessità delle lavoratrici, costrette a prestazioni superiori a quelle previste, a fronte di retribuzioni palesemente sproporzionate e all’obbligo di pagare giornalmente somme di denaro quale corrispettivo per l’intermediazione. Il netto alle donne era di 38 euro al giorno invece dei regolari 55 euro, il resto ai quattro finiti in manette. L’inchiesta continua.

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