TUTURANO – DENUNCIATO TITOLARE DI AZIENDA AGRICOLA PER PROBLEMI SULLA SICUREZZA SUL LAVORO

Brindisi frazione Tuturano. denunciato   dai  Carabinieri il titolare di un’azienda agricola operante in Tuturano per inosservanza  delle norme contemplate dal testo unico  salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Denunciato un cittadino ivoriano per la mancata esibizione di un documento attestante la regolare presenza  nel territorio nazionale.

In Brindisi nella contrada Pigna Flores  della frazione di Tuturano, nell’ambito di uno specifico servizio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo con il supporto del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Brindisi, al fine di contrastare il fenomeno dell’intermediazione illecita di manodopera e lo sfruttamento del lavoro, hanno deferito in stato di libertà il titolare di un’azienda agricola. In particolare, i militari, durante un controllo nei terreni di proprietà dell’imprenditore, hanno accertato che i braccianti agricoli impiegati lavoravano privi di dispositivi di protezione individuale appurando, altresì, la mancata informazione dei rischi sul posto di lavoro e la mancata frequenza del corso di formazione in materia di sicurezza. Nel medesimo contesto è stato deferito in stato di libertà un cittadino 25enne di nazionalità ivoriana, poiché alla richiesta dei militari non ha ottemperato all’ordine di esibire documento attestante la regolare presenza nel territorio nazionale.

Lo sfruttamento del lavoro in genere e nelle aree rurali pugliesi in particolare è un esecrabile fenomeno che si caratterizza per le patologiche manifestazioni delle relazioni di lavoro, agevolato dalla condizione di disagio e di vulnerabilità di uno degli attori del rapporto, solitamente, ma non esclusivamente migrante ovvero proveniente da altri paesi dell’est Europa ed extraeuropei. Il fenomeno ha coinvolto e colpisce anche cittadini italiani appartenenti a particolari fasce sociali che vivono in condizioni di indigenza. L’emersione di queste forme di grave sfruttamento è piuttosto ardua per la vulnerabilità e il timore delle vittime ed anche per la difficoltà di monitorare e di investigare il fenomeno. La nuova norma penale introdotta nel 1996 riguardante il fenomeno è stata calibrata non solo sul caporalato ma colpisce anche il datore di lavoro che utilizza, assume o impiega manodopera reclutata anche mediante l’attività di intermediazione, sfruttando i lavoratori e approfittando del loro stato di bisogno. Si tratta di una legge alquanto articolata ed innovativa poiché ricomprende tutte le condizioni ritenute indice di sfruttamento dei lavoratori (ad es. la retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali di categoria, comunque sproporzionata rispetto alla quantità e qualità di lavoro prestato; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, al riposo, all’aspettativa, alle ferie; le violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro). È prevista altresì la confisca obbligatoria dei beni, denaro o altre utilità degli autori del reato e l’obbligo di arresto in flagranza.

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