UGL TRASPORTO AEREO – RISCHI E POSSIBILE STRATEGIE CONTRARIE AL MERCATO

Le Imprese del Trasporto Aereo e i Lavoratori: rischi e possibili strategie contrarie al mercato.
(analisi e pensieri di un addetto ai lavori : M.Maiello rsa UGL Trasporto Aereo Brindisi)
L’attuale situazione di emergenza legata alla pandemia da Coronavirus che ha colpito anche il nostro Paese offre diversi
spunti di riflessione e possibili cambi di direzione nell’approccio economico e gestionale del lavoro nel settore del
trasporto aereo nazionale e locale.
La sfida di abbattere i costi ed elevare i profitti ha portato ad un pauroso decadimento degli standard di qualità e dei
servizi offerti ai passeggeri e sopratutto ad un sovraccarico e una elevata esposizione a rischi i dipendenti del settore.
Concettualmente questo tipo di gestione aziendale nacque negli Stati Uniti nel 1971 con la Southwest Airlines e, a
partire dagli anni Novanta, trovò grande diffusione anche nel Vecchio Continente, in seguito al fenomeno
della deregolamentazione.
In Europa la crescita di passeggeri che si sono serviti di compagnie a basso costo è stata esponenziale, basti pensare che
la sola Ryanair nel 2016 ha avuto quasi 117 milioni di passeggeri e 101,4 nel 2015.
Rispetto alle normali compagnie aeree le compagnie low cost quasi sempre si avvalgono dei dipendenti multiruolo: ad
esempio gli assistenti di volo svolgono più funzioni, puliscono l’aereo e operano alle porte d’imbarco.
Per far fronte alla crescente presenza sul mercato di queste compagnie anche le aziende di handling e i gestori
aeroportuali hanno dovuto adeguare la loro strategia di mercato pur di essere competitivi; infatti con quasi nessuna
regola sulle tariffe, nessuna norma che regoli il numero di addetti da impiegare per ogni volo per garantire un minimo di
standard di qualità e di sicurezza sui voli in transito o night stop, si assistono le compagnie aeree a terra offrendo
servizi sempre più scadenti, a scapito dell’utente finale il passeggero e di conseguenza i lavoratori addetti.
Nella nostra terra di Puglia, negli aeroporti di Bari e Brindisi vi è stata un’impennata del traffico passeggeri negli ultimi
anni che hanno portato probabilmente benefici al territorio in termini economici nei vari settori come il turismo, ma ha
esposto notevolmente i lavoratori a molteplici rischi.
All’interno delle strutture aeroportuali operano le società di handling (società di servizi a terra) , e i gestori che si
avvalgono spesso di una forza lavoro “low cost”, quella delle cooperative, vero motore del sistema aeroportuale che
movimentano ogni giorno migliaia di bagagli a mano, che effettuano le pulizie degli aeromobili e non è raro il loro
impiego nell’utilizzo della movimentazione mezzi di rampa sottobordo.
Uno dei maggiori rischi registrati negli ultimi anni è quello legato al sovraccarico di lavoro legato alla mancanza di
personale e il non riconoscimento di lavoro usurante per i migliaia di lavoratori del settore. Solo per questo possiamo
scrivere un ampio capitolo e mettere su un tavolo di discussione, carte alla mano, i molteplici casi di infortunio e di
malattia dei lavoratori derivanti da condizioni di lavoro stressanti sotto il profilo fisico e mentale.
Inoltre vi è un’altro forte rischio per la salute dei lavoratori aeroportuali: è quello di contrarre malattie portate da altri
paesi; infatti a tal proposito in questi giorni di emergenza legata alla diffusione della malattia da Coronavirus,
potenzialmente letale, un lavoratore dell’aeroporto di Brindisi con mansioni di OUA (operatore unico aeroportuale) è
stato contagiato rischiando gravi conseguenze per se stesso e per la sua famiglia.
Tale situazione di grave rischio e oggetto di analisi da parte del sottoscritto, è ascrivibile in parte a quanto descritto
sopra riferito alla riduzione dei costi del lavoro che si traduce in minore presenza di personale in turno per effettuare le
lavorazioni con sovraccarico e aumento dei carichi di lavoro per il personale e in più alle scarse condizioni igieniche
degli aeromobili che andrebbero sanificati con più frequenza, con l’utilizzo di prodotti adatti e l’impiego di personale
adeguato per soddisfare degli standard di maggiore qualità.
Spesso la sensazione di disordine salendo a bordo di un aereo viene spesso tradotta dai passeggeri come sporcizia. Le
cinture di sicurezza non correttamente ripiegate, gli schienali non ritti, briciole sul pavimento o riviste spiegazzate nella
tasca del sedile di fronte, si trovano pure fazzoletti usati, macchie di cibo o di bevande, tutto questo concorre a
trasmettere una pessima impressione. Tra un volo e l’altro le squadre di pulizia composte da 1 o 2 lavoratori lavorano in
fretta perchè tutto venga ripulito e rimesso in ordine, per poi lasciare al personale di bordo il compito di ricevere i nuovi
viaggiatori con un sorriso. Ma non è solo l’occhio che vuole la sua parte. Vanno soddisfatti dei requisiti più
importanti…l’IGIENE !
Le compagnie sono alquanto vaghe sui tempi di pulizia e la composizione delle squadre di pulitori. Nessuno dice
esattamente con che frequenza e con che metodi l’interno di un apparecchio venga pulito, e disinfettato, da cima a
fondo. Perchè se è vero, come abbiamo detto, che la prima impressione è quella che conta, in realtà i punti più
pericolosi per la trasmissione di batteri e pure virus all’interno di un apparecchio, alcuni dei quali possono vivere anche
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per ore sulle superfici, sono quelli meno evidenti : il tavolino ribaltabile o quello estraibile dal bracciolo, la maniglia
interna del bagno, il bottone dello sciacquone, le coperte e i cuscini, le bocchette,ecc,ecc.
Molte compagnie low-cost, come ad esempio Ryanair, fanno della frequenza di tratte volate da un apparecchio uno dei
punti di forza del loro modello economico, a volte passano meno di 30 minuti tra un atterraggio e un decollo, con
relativo sbarco e imbarco dei passeggeri.
Non si può barattare il profitto economico con il bene più importante per l’uomo, la salute. Ci sono cose che non
ritornano più e ciò che non ritorna è il tempo e la salute persa per l’incoscienza di chi pensa di essere eterno e che
utilizza il potere in modo sbagliato e non a beneficio della comunità.
Il momento di profonda crisi e di incertezza deve portarci a riflettere e ad agire sui valori importanti della vita prima di
ogni altra strategia economica e di profitto. Fare impresa è un’opportunità per fare del bene non solo a se stessi ma
sopratutto al prossimo e non solo in termini economici ma di benessere generale che significa curare gli interessi della
comunità a tutto tondo.
Questo è il momento di invertire la rotta e di guardare con interesse al benessere di tutti prima che al proprio, di non
scendere più sotto gli standard che servono solo a sminuire le professionalità dei lavoratori, a mortificare gli animi e a
non credere più nel sistema impresa. I lavoratori fanno le aziende e non il contrario!
E’ compito di tutti concorrere alla riuscita e all’elevazione di un progetto sopratutto in un momento di crisi come questa,
dove servirà vero spirito di squadra e dei veri Leader che possano portare risultati e benefici non solo al sistema impresa
ma all’intero Paese. – Massimiliano Maiello RSA UGL Trasporto Aereo –

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