La FP CGIL Brindisi lo dice senza giri di parole: siamo stati i primi a denunciare pubblicamente la fragilità strutturale dell’assistenza neonatale al “Perrino”. All’epoca, quelle segnalazioni furono liquidate dal Direttore Generale come “allarmismo”. Oggi i fatti dicono altro: mesi di limitazioni operative, trasferimenti protetti verso altre province per i casi più complessi e, adesso, le dimissioni del direttore della Neonatologia–UTIN a pochi mesi dall’insediamento. Non è una polemica sulle persone, è la fotografia di un’organizzazione che non ha mai raggiunto la stabilità necessaria per un servizio tempo-dipendente da sottolineare una progressivo aumento delle responsabilità grazie alla alta professionalità acquisita negli anni dagli infermieri, che da anni sopperiscono alle carenze, anche di coordinamento di comparto.
«Avevamo ragione ad essere allarmati – dichiara Luciano Quarta, segretario generale FP CGIL Brindisi –. L’UTIN non può vivere di cerotti organizzativi, incarichi a tempo e annunci. Serve una squadra completa, h24, con professionisti formati in neonatologia e un percorso strutturato di affiancamento in centri ad alto volume. Le famiglie hanno diritto di sapere come e con chi il servizio verrà garantito domani mattina, non sulla carta ma in corsia.»
Nel frattempo, la Direzione Generale diffonde un “bilancio positivo”, rivendica traguardi su prevenzione e attività ambulatoriali e invita a guardare ai numeri. Numeri utili, certo, ma che non rispondono alla domanda cruciale per i cittadini: qual è l’assetto reale dell’UTIN qui e ora? Quanti professionisti effettivamente in servizio, quali coperture di guardia, quale continuità operativa nei festivi e in notturna? Gli indicatori amministrativi non possono diventare lo schermo dietro cui si offuscano gli standard clinico-assistenziali della rete materno-neonatale.
Per chiarezza: la FP CGIL non parla di “chiusure”. Lo abbiamo sempre evitato. Ma è doveroso dire che un servizio “operativo sulla carta” e depotenziato nei fatti non basta. Il risultato è che i casi critici prendono la strada di altri ospedali, mentre Brindisi perde funzioni e fiducia. È un danno per le famiglie, è un carico aggiuntivo per gli operatori, è una sconfitta per la sanità pubblica del territorio.
«Chiediamo trasparenza e responsabilità – prosegue Quarta –. La Direzione esponga pubblicamente un cronoprogramma verificabile: organici realmente presenti e turni h24, calendario di assunzioni e affiancamenti, percorso formativo dedicato per medici e infermieri, criteri chiari per i trasferimenti solo quando clinicamente indispensabili. Non servono slogan, servono date, nomi, turni. Tutto il resto è retorica.»
La FP CGIL Brindisi ha scelto di tenere il confronto nelle sedi formali, come è giusto che sia. Ma non accetterà che il tema venga scavalcato da comunicati “a colori pastello”. La posta in gioco non è un titolo in più nel rendiconto; è la sicurezza materno-neonatale di un’intera provincia. Per questo il sindacato continuerà a vigilare coinvolgendo lavoratrici e lavoratori ma anche la cittadinanza che, già attraverso le associazioni, si è attivata per rimarcare le criticità sollevate, in un percorso di mobilitazione a tutela della sanità pubblica.
FP CGIL Brindisi