LETTERA APERTAAl Direttore Generale dell’ASL BrindisiDott. Maurizio De Nuccio
Oggetto: Grave violazione della privacy dei degenti e dei visitatori dell’Ospedale Perrino.
Egregio Direttore,
mi rivolgo a Lei pubblicamente per denunciare una prassi che lede la dignità e i diritti dei cittadini che frequentano gli ospedali del nostro territorio.
Chi si reca a far visita a un proprio congiunto ricoverato lo fa con il cuore già appesantito da dolore, preoccupazione e ansia. L’accesso all’ospedale dovrebbe avvenire in un clima di rispetto e di accoglienza, non di ulteriore mortificazione.
Eppure, presso la guardiola di ingresso, ai visitatori vengono richiesti nome e cognome del degente e il reparto in cui è ricoverato. A rivolgere queste domande sono le guardie giurate, che con senso di responsabilità precisano di adempiere ad ordini ricevuti. Molti di loro stessi, parlando con i cittadini, non nascondono un certo imbarazzo per una procedura che li obbliga a trattare informazioni così delicate, ben consapevoli del disagio che arrecano.
Questa prassi costituisce una grave violazione della privacy e, in alcuni casi, una vera umiliazione. Vi sono reparti che, purtroppo, ancora oggi portano con sé uno stigma sociale (psichiatria, malattie infettive, oncologia e altri). Costringere i familiari a dichiararli davanti ad altre persone significa esporre pubblicamente dati sensibili di natura sanitaria, che la legge tutela in maniera assoluta.
Non è pensabile che in un luogo di cura si possa ledere così apertamente il diritto alla riservatezza dei pazienti e delle loro famiglie.
Per questo motivo, chiedo che l’ASL Brindisi intervenga al più presto per:
1. Eliminare la prassi della richiesta verbale del reparto di ricovero ai visitatori.
2. Riformare le modalità di accesso, adottando sistemi che garantiscano la sicurezza senza sacrificare la privacy.
3. Restituire serenità anche al personale di vigilanza, che non deve essere messo nella condizione di svolgere compiti impropri e imbarazzanti.
Un ospedale deve essere un luogo di cura, ma anche di rispetto. Chi vi entra, da malato o da visitatore, non può e non deve sentirsi violato nella propria intimità.
Confido nella Sua sensibilità e in un pronto intervento affinché questa pratica venga abolita al più presto.
Distinti saluti,
lettera firmata