“we4” – FABRIZIO BOSSO AL NUOVO TEATRO VERDI

“We4”, Fabrizio Bosso al Nuovo Teatro Verdi

Un disco nato in cinque ore, quasi per magia, registrato dopo tre mesi di clausura da pandemia. Fabrizio Bosso, uno dei massimi esponenti della tromba jazz mondiale dei nostri tempi, è un grande sognatore. Non riesce a fare a meno di guardare più in là, di declinare in note il futuro possibile, in alto e intorno a lui. Oggi, venerdì 27 maggio – sipario ore 20.30 – salirà sul palcoscenico del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi con il suo quartetto nel concerto inaugurale, dal titolo “We4”, della tradizionale stagione concertistica “BrindisiClassica2022, diretta da Silvana Libardo e Francesca Salvemini e organizzata dall’Associazione musicale Nino Rota” sotto l’egida del Ministero della Cultura e con il patrocinio della Regione Puglia, del Comune e della Provincia di Brindisi. La biglietteria è disponibile presso il botteghino del teatro, aperto dal lunedì al venerdì ore 11-13 e 16.30-18.30, e online sulla pagina rebrand.ly/fabriziobosso. Richiesto l’utilizzo della mascherina FFP2 (obbligatorio fino al 15 giugno).

We4”, che vede sul palco oltre a Bosso allatromba, una rodata ed eccellente ritmica composta da Julian Oliver Mazzariello al piano, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria, è l’ultima fatica discografica del quartetto di Fabrizio Bosso, uscito a novembre 2020 per la Warner Music. Quattro amici che si divertono a suonare insieme regalando colore, fantasia e freschezza, e mescolando sapientemente i tre ingredienti principali del jazz: il piacere dell’interplay, ovvero del dialogo tra musicisti, le sorprendenti improvvisazioni e il naturale fluire ritmico. Registrato a Roma il 5 giugno 2020, appena dopo il primo lockdown, “We4” non è solo il segno di un’esigenza, di una volontà di continuare a fare musica nonostante tutto, ma anche un lavoro privo di qualsiasi artificialità post-produttiva, nel quale ogni dettaglio è frutto di un contributo comune che eleva il quartetto ad assoluto protagonista del progetto.

«We4 è nato dopo il primo lockdown – ha detto Fabrizio Bosso, quando ci è stata data la possibilità di tornare a suonare in studio. In realtà dovevamo registrare solo uno streaming ma le cose sono andate diversamente. Avendo il pomeriggio libero, abbiamo suonato insieme e di lì è venuta l’idea di registrare i pezzi. Sicuramente ha giocato a nostro favore la voglia di tornare a condividere la magia del momento. È vero che nel jazz, rispetto al pop, i dischi si fanno più velocemente. Ma è stata comunque una sorpresa. Avevamo il timore di essere un po’ arrugginiti dopo mesi di inattività, che si fossero inceppati alcuni meccanismi di intesa tra noi. Ma non è stato così: una volta insieme è tornato tutto e rapidamente come prima».

Il concerto ripercorre i pezzi del nuovo album, che porta lo stesso titolo della prima traccia incisa per testimoniare il tratto spiccatamente collettivo dell’intero contenuto. Otto delle dieci tracce del disco, infatti, sono composizioni scritte dagli stessi componenti del quartetto, un segno che edifica la musica nella sua nobile proiezione di amicizia, condivisione, autenticità. “We4” è in effetti la sublimazione di un percorso musicale e umano che indaga le infinite possibilità di fare musica. Così il quartetto inventa lo spazio nel quale trovano dimensione le singole personalità e nel contempo crea una musica nuova, sia nel repertorio sia negli standard o nell’improvvisazione dei brani. Il disco che dà il titolo al concerto dimostra una fusione perfetta del quartetto nella composizione, nelle traiettorie dei brani e nella illuminante esecuzione. Brani ben scritti, ben suonati, assoli memorabili, una grande coesione e una visione plurale della musica per un progetto decisamente riuscito.

«In genere scrivo quando ne ho bisogno – ha continuato Bosso -. Nel caso di “We4” è stato diverso perché volevo che fossero anche altri musicisti a comporre o che lo facessimo tutti insieme, come è accaduto per due brani. Avevo in mente di costruire sempre più il suono del quartetto, valorizzando il protagonismo di tutti i musicisti. Non mi interessa essere il leader, ciò che conta è il suono complessivo. Per fare musica di qualità occorre azzerare tutto, qualsiasi logica personale. Fatto questo, resta solo la musica. Con i miei colleghi, poi, posso prendere strade nuove all’improvviso, può accadere qualcosa di nuovo in qualsiasi momento, anche durante un brano che abbiamo suonato centinaia di volte. Tra di noi c’è sinergia, reciproco affidamento, una complicità naturale che permette a ciascuno di fare la cosa giusta al momento giusto». “We4” è esuberante e gioioso: caratteri genetici dei lavori di Bosso, condivisi dai suoi musicisti. Invero, in questa occasione quest’aria si respira ancora di più per la voglia, dopo il confinamento forzato, di tornare a suonare insieme per creare e divertirsi. Solo quattro amici che musicalmente la pensano allo stesso modo potevano restituire una incisione così equilibrata e compatta, al punto che perfino i passaggi più complessi risultano facili e immediati anche all’ascolto meno avvezzo al linguaggio jazz. 

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