CASTELLO ALFONSINO, ROSSI: “VAGLIEREMO OGNI POSSIBILE SOLUZIONE”

di Carmen Vesco

“Nei prossimi giorni incontreremo la soprintendente Piccarreta per valutare quale percorso comune intraprendere per rendere fruibile il patrimonio storico, artistico e culturale della città e non solo il Castello Alfonsino” ha detto il sindaco Riccardo Rossi sulla questione della fruibilità dei beni culturali di pertinenza dello Stato tornata alla ribalta da qualche giorno, ovvero da quando, nonostante l’avvio dei lavori di ristrutturazione del Castello di Forte a Mare procedano come previsto, le annunciate visite guidate, prima a maggio poi a partire da Ferragosto, sono state disattese.

Lo ha ricordato, ieri, l’ex assessore al Turismo dell’era Mennitti, Teo Titi, oggi presidente della sezione turismo di Confindustria Brindisi, con un post dalla sua pagina facebook in cui grida alla latitanza della soprintendenza e di cui ci siamo già occupati in un nostro articolo pubblicato poco dopo le dichiarazioni.

Interpellato il sindaco di Brindisi, che ha la delega appunto sui Beni monumentali, ha assicurato che il dialogo con la soprintendenza, nella persona dell’architetto Maria Piccarreta, è aperto e costruttivo, improntato alla ricerca di ogni possibile soluzione per superare le criticità.

Perché quello che si evince dalle tante dichiarazioni rilasciate dalla soprintendenza negli anni – la questione della fruibilità dei beni del demanio è una costante almeno per Brindisi se ne ricordano alcuni passaggi salienti nell’articolo citato sopra – è che troppo spesso pare essere una legata alla mancanza di risorse. O mancano i soldi per coprire le spese delle aperture straordinarie o manca il personale, perché per contratto il personale amministrativo, e quindi non di vigilanza, in alcuni giorni e per alcune fasce orarie non lavora, come i festivi o nei pomeriggi dopo le 16 e 30 o i serali. La soprintendente ha parlato anche di lavoratori socialmente utili. “Quando ci incontreremo con la soprintendenza sciorineremo tutte le criticità e vaglieremo ogni possibile soluzione” ha concluso Rossi.

La città continua a sperare e ad avere fiducia, l’importate è che si mantenga alta l’attenzione su questa importante battaglia per lo sviluppo culturale e turistico-economico di Brindisi.

E’ anche vero che la questione purtroppo accomuna Brindisi a molte altre città d’Italia che lottano per la fruibilità dei beni demaniali, è ben più cronicizzata e attiene alle nozioni di tutela e custodia e valorizzazione dei “beni culturali e del paesaggio” del demanio, di cui la soprintendenza è tenuta ad assicurare la più proficua tutela e godibilità pubblica. La tutela dei beni culturali consiste, secondo il Codice, “nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette, sulla base di un’adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione”. Distinta dalla tutela, ma a essa inscindibilmente collegata, è la valorizzazione che, sempre secondo il Codice “consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso”.

Ed è su questo piano che dovrà concentrarsi la battaglia, o meglio il dialogo, tra enti locali e centrali. Perché questi beni sono in custodia di enti che hanno il dovere di tutelarli sì, ma contestualmente renderli fattore di crescita del territorio.

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