Dopo la vicenda Rsa di ostuni dichiarato lo stato di agitazione da alcuni sindacati

Asl Brindisi

Dichiarazione stato di agitazione
Le ultime vicissitudini politiche ed economiche che hanno avuto come protagonisti da una
parte la ASL Brindisi e dall’altra la Regione Puglia hanno mostrato agli occhi di tutto quanto
la Sanità Pugliese, fatta di uomini e donne che si prendono cura di pazienti dalle più
disparate criticità cliniche, sia solo un campo di battaglia su cui combattere le proprie
guerre politiche.
La rete ospedaliera e ancor di più il tessuto sanitario territoriale ha perso del tutto il valore
sociale e protettivo nei confronti dell’utenza, non è più un bene comune da difendere e
arricchire a prescindere dalle situazioni politiche che vi danzano intorno, ma è una merce
di scambio, un’arma velenosa o un orpello di cui liberarsi il più presto possibile, a
seconda di chi ne stia parlando.
Le ultime vicende non fanno altro che darci ragione: in merito alla internalizzazione della
RSA non autosufficiente sita in Ostuni (nota protocollo 64229 del 08/08/2025), si evince
come un’operazione del genere che dovrebbe portare a un miglioramento dei servizi erogati
da un RSA sia diventata invece una barzelletta.
Da quanto si apprende dalla nota, la ASL Brindisi ha dovuto scendere a gravi compromessi
per poter acquisire l’RSA per far fronte alla richieste estremamente restrittive arrivate
dall’apice regionale.
Una manovra del genere (l’acquisizione di una RS) comporta per forza di cosa una spesa,
ma che dovrebbe essere considerata un investimento in risorse umano. Invece di venire
incontro alla ASL che richiedeva giustamente un adeguamento del tetto di spesa per le
assunzioni, la Regione ha pensato bene di negare tale concessione e di obbligare la ASL a
proseguire l’acquisizione limitando il numero massimo di assunzioni, depauperando de
facto il territorio e rendendolo ancora meno efficiente.
E questa manovra, così come è stata pensata e messa in atto, ha la sola conseguenza di
rendere meno sicura la rete territoriale, spogliato di unità in servizio, meno performante
la risposta alla domanda clinica della nostra provincia e meno attrattiva la nostra ASL che
si vedrà sempre più relegata in fondo alle scelte di potenziali nuovi assunti.
Per questi motivi, perché la sanità è nostra, in quanto cittadini, in quanto potenziali fruitori,
in quanto dipendenti, non possiamo tacere di fronte a questo scempio dettato dalle più
grame e disgustose manovre da campagna elettorale, dichiariamo lo stato di agitazione,
e ci riserviamo di proseguire con forme di protesta più incisive se la situazione si
incancrenisse ulteriormente.

Rappresentante Aziendale AAROI EMAC
ft. dr Fabrizio Picoco
Vice Segretario Vicario CIMO-FESMED
ft. dr Pierpaolo Peluso
Rappresentante Aziendale AANAO
ft. dr Salvatore Minniti

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