Il Sindacato Cobas svolgerà un sit in Martedì 6 Febbraio 2024 alle ore 9,00 in Piazza Santa Teresa ,di fronte la Prefettura di Brindisi, a sostegno dei lavoratori delle ditte brindisine operanti nel petrolchimico ed in particolare di quelli legati al nuovo appalto vinto da ditte che vengono da fuori.
Abbiamo chiesto al Signor Prefetto di Brindisi,Michela La Iacona, la possibilità di essere ricevuti per poter esporre una nostra proposta ed a tale scopo chiederemo anche la presenza delle ditte brindisine escluse dalla permanenza storica nel petrolchimico.
Il Sindacato Cobas esporrà alla Prefettura di Brindisi la proposta da sottoporre successivamente alle aziende proprietarie degli impianti del petrolchimico di annullare la gara incriminata e di realizzare un patto di collaborazione con le ditte appaltatrici brindisine a costo di mercato,da far diventare così le stesse stabili partner commerciali e bracci operativi nel settore delle manutenzioni .
Chiediamo quindi che si costruisca un rapporto civile di collaborazione tra petrolchimico ed aziende locali dopo 60 anni di sfruttamento del nostro territorio, senza mai lasciare nulla alla nostra città.
Un particolare da non trascurare è che alcune aziende vincitrici della nuova gara hanno lavoratori in cassa integrazione che potrebbero così trasferire una ulteriore crisi occupazionale dal loro territorio a Brindisi, con una nuova guerra tra poveri.
L’aspetto più grave di questa situazione e di cui non si tiene conto è che oltre al centinaio di lavoratori presenti nel petrolchimico ci sono 30/40 lavoratori ed impiegati di Tecnogal,Leucci, Cimi, nelle storiche officine esterne dove si realizzano lavorazioni a supporto delle manutenzioni nel petrolchimico destinati al licenziamento .
Il dramma diventerebbe catastrofico per il nostro tessuto industriale ; diventerebbe così come un albero tirato fuori dalla terra con le radici destinato a morte certa.
Il Cobas con le manifestazioni di questi giorni chiede ,a fronte della crisi occupazionale ,al Governo Nazionale la necessità di realizzare i nuovi investimenti alternativi promessi .
Nel caso sperato che arrivino troverebbero un deserto con le possibili aziende locali interessate che hanno già abbassato la serranda.
Tutto questo non deve succedere.